L'Imperatore Traiano sembra regalarci continuamente segni del suo passaggio nel nostro territorio.
Infatti, grazie agli archeologi dell'Università di Southampton e della British School di Roma, si è scoperto un maestoso edificio, che con tutta probabilità è l’arsenale dell’Urbe di Traiano.
Che sia un’arsenale è lasciato intendere da alcune iscrizioni su pietra “collegium dei fabri navales”.
Le grandi dimensioni (navate di 9 metri) la posizione e l’unicità dell’edificio di Porto hanno portato gli archeologi a valutare che esso abbia giocato un ruolo fondamentale nella costruzione e riparazione delle navi durante i mesi invernali, usato anche per ospitare grandi quantità di legname, teli e altri materiali che potevano raggiungere l’edificio dal porto di Claudio attraverso l’ingresso settentrionale.
L'edificio è di forma rettangolare e si estendeva da ovest a est per almeno 145 metri lungo il lato settentrionale del bacino esagonale di Traiano, nel cuore del porto romano.
La sua prima fase edilizia risale al periodo traianeo (probabilmente 110-117 d.C.) e si compone di una parte principale articolata intorno ad una serie d’imponenti pilastri in opera laterizia, che definivano otto navate parallele, di circa 60 m di lunghezza, con andamento nord-sud, aperte sia sul bacino di Claudio sia su quello di Traiano.
Gli scavi in corso hanno messo in luce un ampio corridoio a volta, che delimitava la parte occidentale del complesso, e una prima navata larga circa 12 m e lunga 58 m, con piloni rettangolari di circa 2 x 1,50 m. Le maggiori dimensioni degli ultimi due piloni posti all’estremità meridionale dell’edifico (3 x 1,70 m) inducono a pensare che l'entrata principale fosse rivolta a sud e che presentasse un arco imponente. Un’apertura altrettanto grande doveva inoltre garantire l'accesso anche sul lato settentrionale.
Ricostruzione virtuale del Porto di Traiano |
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