Ovvero l'evoluzione moderna del cittadino di Fiumicino

domenica 24 ottobre 2010

Spot da censura per i fornai romani: "Consuma il pane di Priapo"...

Sulla tavola dei Romani il pane non mancava quasi mai. 
Il primo frumento usato per prepararlo fu il farro, che era ai tempi il cereale più coltivato mentre dal grano si ricavava una specie di pappa di frumento.  L’uso, però, sembra divenuto generale soltanto al principio del secondo secolo a.C.
All'inizio il pane veniva fabbricato in casa, poi cuochi e artigiani specializzati aprirono vere e proprie panetterie con tanto di forni e mulini.  La prima focaccia romana era guarnita con formaggio, olive, uova e funghi. Con il grano, inizialmente, veniva fatta una pappa di frumento (la puls) che si distingueva dalla polenta dei Greci fatta, invece, con orzo abbrustolito e macinato.
Il pane si divideva essenzialmente in tre qualità principali: il pan nero di farina stacciata rada che veniva consumato principalmente dai poveri, il pane bianco (panis secondarius) che era migliore del precedente più bianco ma non finissimo e il pane bianco di lusso (panis candidus, mundus) fatto con farina finissima che veniva consumato principalmente dai ricchi.
Si ricorda anche il pan da cani (panis furfureus) fatto con la crusca.
Il pane veniva cotto in forno o in recipienti speciali (panis clibanicus).
I tipi di pane conosciuto dai romani:
  • il "cibarius", un pane scuro poco costoso;
  • il "secondarius", fatto con farina integrale;
  • l’ "autopyrus", un pane nero fatto con farina non setacciata;
  • il "siligeneus", pane bianco di grano tenero;
  • il "parthicus", un pane spugnoso;
  • il "furfureus", pane fatto con la crusca;
  • il "pane d’Alessandria", cotto con gli spiedi;
  • il "piceno", cotto in pentola di coccio che si rompe di fronte ai commensali;
  • l’ "adipatus", pane condito con il lardo;
  • il "bucellatus", un pane biscottato;
  • l’ "ostearus", fatto per accompagnare le ostriche.



Il pane aveva forme e dimensioni diverse. 
Grande diffusione aveva la forma tonda e piatta, con incisioni che si incrociavano al centro e facilitavano l'atto di spezzarlo. 
Esistevano pani anche di forme "fantasiose e creative" per sottolineare le qualità "fisiche" del fornaio, ma anche per rallegrare il popolo.  
Un esempio sono le forme dei pani che riproducevano le qualità del  "dotatissimo dio Priapo". 




"Se vuoi saziarti, consuma il nostro Priapo! 
Mangia con calma quanto vuoi; certo non ti insudici!" (Marziale, XIV, 70; cfr Petr., 60, 4)

Necropoli di Porto - tomba n°29 - Il Fornaio


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