Ovvero l'evoluzione moderna del cittadino di Fiumicino

giovedì 21 ottobre 2010

Panem et circenses (prima parte) "L'Alimento"...

L’alimento base della popolazione romana era il grano.
Annualmente arrivavano a Roma, via mare, 60.000.000 modii di grano, ossia 420.000 tonnellate. Le derrate erano trasportate dal luogo di produzione a quello d’imbarco, caricate sulle navi e fatte giungere attraverso rotte marittime verso il porto di Traiano, qui si effettuava il trasferimento dei carichi dalle navi ai battelli fluviali per risalire il Tevere fino al portus Tiberinus.
Il trasporto delle merci era regolato da norme assai severe ed era gestito dalla corporazione dei navicularii che dovevano assolvere i compiti di costruire, riparare e condurre le navi al servizio della annona statale.
Varie erano le corporazioni tra cui i commercianti di grano, detti i   mensores, raffigurati nei mosaici rinvenuti, muniti di un rutellium
(un bastone), col quale pareggiano il livello del grano versato all'interno di un modio (apposito contenitore utilizzato per la misurazione del grano), mentre un ragazzino poco lontano conteggia i modii misurati grazie ad una sorta di pallottoliere costituito da una cordicella nella quale infila una tessera rettangolare.
Il grano era custodito negli Horrea, enormi magazzini, ove si riunivano i misuratori del grano, facilmente riconoscibili per via del loro pavimento rialzato.
Gli horrea erano largamente diffusi nel territorio dell’impero.
Nonostante adattamenti e variazioni, dovuti alla qualità dei prodotti conservati, essi erano costituiti fondamentalmente da uno o più edifici (spesso a se stanti, situati poco distaccati dalla casa), che si aprivano intorno a vasti cortili e porticati, dove talvolta si effettuava anche la vendita delle merci.  Questi erano suddivisi in una serie di celle con i muri molto spessi affinché le merci al loro interno si potessero meglio conservare e avevano, solitamente, un’unica entrata che garantisse un efficace controllo.
L'ingresso agli horrea era troppo stretto perché i carri potessero accedere al cortile porticato: i sacchi di grano erano trasportati a spalle da facchini, detti saccarii.

Terentius Lucifero e sua moglie Kallotyche, appartenevano ad una ricca famiglia romana, dedita al commercio del grano. La testimonianza della loro esistenza ci è data dall'incisione dei loro nomi sulla lastra di marmo, nella tomba n° 11 all'interno della Necropoli di Porto.

Necropoli di Porto - Tomba n°11











Panem et circenses (letteralmente, Pane e corse dei cavalli) Giovenale - Satire (10, 81)



1 commento:

  1. Un’altra bella lezione di storia. Attendo la seconda parte del tuo racconto sul grano.

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