I Romani utilizzavano il miele in gran quantità. Infatti, la richiesta del miele eccedeva la produzione tanto che i Romani importarono il miele e altri prodotti delle api (in particolare la cera, utilizzata moltissimo come isolante, per l'illuminazione, per la costruzione delle tavolette su cui scrivere, per impermeabilizzare e cosi via) da Creta, Cipro, Spagna e Malta, il cui nome originale, Meilat, pare che significhi appunto “terra del miele”.
Ecco alcune ricette suggerita da Apicio.
Il nome di Apicio è da sempre legato alla gastronomia, alle buone pietanze, alle cene succulente. Conosciamo tre personaggi con questo nome:
- un Apicio vissuto molti anni prima di Cristo che inveisce contro la legge Fannia proposta da Rutilio Rufo per limitare l’eccessivo lusso dei banchetti romani;
- un Marco Gavio, soprannominato Apicio dal nome del famoso ghiottone che visse nel secolo precedente, operante sotto Tiberio;
- un Apicio vissuto sotto Traiano specializzato nella conservazione delle ostriche. Al secondo di costoro si deve la raccolta di ricette gastronomiche che costituisce il nucleo preponderante del De re coquinaria.
Prepara, lava e friggi il pesce che desideri. Triterai e sminuzzerai del pepe, cumino, seme di coriandolo, radice di silfio, origano, ruta, verserai dell’aceto, aggiungerai una carota, miele, vino cotto, olio, garum, mescolerai e verserai nella pentola e lo farai finché bolla.
Quando sarà bollito, bagnerai il pesce fritto, spargerai del pepe e lo servirai.
Pollo cotto nel suo sugo
Triterai il pepe, il cumino, una manciata di timo, seme di finocchio, menta, ruta, radice di silfio; versa l’aceto, metti e trita una carota con miele, aceto, garum e olio.
Metterai il pollo raffreddato e asciugato, che servirai bagnato. Torta di pere
Triterai pere lessate ripulite al centro con pepe, cumino, miele, vino passito, garum e un po' d'olio.
Dopo avervi aggiunto uova, farai una torta, la cospargerai di pepe e la servirai.
Salsa per pesce lesso
Pepe, ligustico, cumino, cipollina, origano, gherigli di noce, carota, miele, aceto, garum, senape, olio con moderazione, brodo caldo se si vuole, uva passa.
Per le uova bazzotte
Pepe, ligustico, gherigli di noci. Aggiungi miele e aceto, stempererai con liquamen.
Metti del pepe tritato con il miele schiumato in una scodella, come per il vino alle spezie e, quando si vuole bere, a secondo del bisogno, si aggiunge la quantità di miele al vino e si mescola; ma se il recipiente è capiente si mescola al vino e miele un po’ di vino per facilitare la soluzione del miele.
Da: Apicio, L’arte culinaria (Bompiani)
Vorrei fare il pesce fritto, sai dirmi dove trovare la radice di silfio, la ruta e il garum? Scherzo!!! Sempre stimolante il modo in cui ci proponi la storia.
RispondiEliminaMi piacerebbe provare una di queste ricette!!! E non è detto che con qualche piccolo, necessario, cambiamento, non lo faccia!
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