Ovvero l'evoluzione moderna del cittadino di Fiumicino

giovedì 19 aprile 2012

Quando il viatico serviva per il viaggio...

Lettera privata di un "romano" ad un suo amico circa le sue proprietà terriere.


"Caro Rufo,
ti prendo, come son solito, a consigliare in una faccenda "domestica".
Sono in vendita dei possedimenti vicini e anche inframmezzati ai miei.
Vi sono molte cose che mi allettano, altre non meno importanti che mi spaventano.
Mi alletta anzitutto la bella opportunità di unirli ai miei; poi, ciò che non è meno utile che piacevole, il poterli visitare con un solo viaggio e una sola spesa, l'affidarli ad uno stesso amministratore, e fors'anche agli stessi sorveglianti, il poter abitare e abbellire una sola villa, limitandomi a conservare l'altra in buono stato. (...).
Poi, ciò che più importa per la decisione che dobbiamo prendere, i terreni sono fertili, pingui, irrigui (...)".
Non rimane, che tu sappia a quanto sembra possa essere comprato bene: tre milioni di sesterzi. 
Non già che altra volta non ne abbian richiesti cinque; ma vuoi per la presente penuria di lavoratori, vuoi per le generali difficoltà del momento, con la riduzione del reddito è diminuito anche il prezzo dei fondi. Ti domanderai se mi sarà facile raggranellare anche questi tre milioni: veramente ho quasi tutto impiegato in terre; ho però qualche somma data a prestito e non mi sarà difficile contrarre a mia volta un prestito: ricorrerò a mia suocera, alla cui cassa attingo come alla mia. Non preoccuparti dunque di questo argomento, se non ti fanno ostacolo gli altri, che vorrei tu esaminassi con molta attenzione giacché in ogni materia, ma soprattutto nell'amministrazione dei beni di fortuna, tu hai più che occorra di esperienza e di abilità. Addio."

Di forte impatto questa missiva!
Sembra proprio di ascoltare una conversazione recente tra moderni speculatori terrieri, in effetti si riscontra una certa somiglianza, se non per la valuta "in sesterzi".
Speculatori ed evasori fiscali portano avanti “logiche asociali” e di “disprezzo del benecomune” e “non meritano di essere associati alla parola Italia”. 
Lo ha detto il presidente Giorgio Napolitano agli Stati Generali della Protezione civile e del volontariato.

Lettera tratta da: Lettere ai familiari - Plinio il Giovane - Ed. BUR Libro III-19



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