Chi ha avuto modo di assistere alla puntata su Ostia Antica e Portus su RaiTre, in Ulisse, il piacere della scoperta, si sarà meravigliato dell'imponente struttura del Porto di Traiano, ricostruito virtualmente per dar l'idea della sua mole.
Le immagini di Portus si riferiscono al bacino esagonale al palazzo imperiale ai templi, ma soprattutto i magazzini (Magazzini Severiani, Magazzini di Traiano).
Probabilmente più di 500 erano i depositi di merci e ciò si evince da una scritta lasciata sul muro di un Horrea, magazzino utile per lo stoccaggio del grano. (XIID – 500 – 12 = 488 magazzini).
I magazzini di Portus rappresentarono per l'Impero un'importantissimo "giacimento" di grano per soddisfare la popolazione di Roma, che contava allora un milione di abitanti.
Al tempo di Traiano, l'impero romano era in una fase d'inarrestabile ascesa.
Da un modesto insediamento del centro Italia, Roma divenne una civiltà complessa, divenendo dominatrice incontrastata dell’intero Mediterraneo.
Portus fu uno dei punti nevralgici dell'Impero per l'approvvigionamento delle derrate alimentari e delle merci provenienti dal Mediterraneo.
Una quantità enorme di mattoni furono utilizzati per costruire edifici, insule, depositi e altro.
Ma ciò non ha nulla a che vedere con il "voluptas aedificandi", il piacere del costruire a tutti i costi, che imperversa la nostra costa.
Si parla di sviluppo sostenibile per indicare un processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello locale che globale.
A distanza di molti mesi dalla posa della prima pietra del nuovo porto turistico, il più grande d'Europa, quali obiettivi di miglioramento ambientale si è raggiunti? quali risorse economiche la città di Fiumicino ha riscosso? quanti lavoratori sono stati impiegati in quest'opera?
Le immagini recenti rispondono a questi quesiti:
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