Ovvero l'evoluzione moderna del cittadino di Fiumicino

mercoledì 13 aprile 2011

Giornata lavorativa ideale... possibile a pochi

"Saluto dei clienti nella prima e nella seconda ora del giorno,
appuntamento in tribunale nella  terza,
alcune commissioni sino alla quinta ora,
pausa pranzo nella sesta,
riposo fino alla settima,
poi un salto alle terme,
il pasto principale nella decima ora e poi la conclusione letteraria del giorno con le poesie."

Così Marziale descriveva la giornata tipica, non di un uomo qualunque, ma di un dipendente della corte dell'imperatore.
Ciò la dice lunga sulle ore di lavoro dell'aristocrazia romana:
ci si alzava presto per far fronte al propri impegni, nei confronti dei clienti o ad altri impegni sociali;
dopo circa sei ore, a mezzogiorno, la giornata lavorativa era terminata e ci si dedicava al proprio tempo libero.
I lavoratori, invece potevano in massima parte solo sognare queste condizioni di lavoro e di vita.
In special modo in campagna, ove era impegnata la maggior parte della popolazione, l'orario di lavoro andava dall'alba al tramonto. Sia i lavoratori liberi che gli schiavi non erano protetti da una legislazione sociale. Tanto meno esistevano organizzazioni sindacali per perorare le cause dei lavoratori.
L'unica regolamentazione giuridicamente vincolante "garantiva" a tutti i lavoratori un tempo sufficiente per mangiare, per procurarsi il cibo e per l'igiene personale.
La statua di Priapo
Questa norma era formulata amichevolmente ed interpretata con grande flessibilità.
Ci ricorda qualcosa forse?
Ma quando nel resto dell'Europa ambiziosi progetti di riforma prevedono più spazio al tempo libero, rivedendo il sistema dell'orario lavorativo entro il 2013, in Italia abbiamo di meglio da fare.
Una nuova sfida del centrodestra moderno europeo, quello saldamente al potere a Berlino con la Merkel, a Londra con David Cameron, a Varsavia con Donald Tusk.
La giovane Ministro della Famiglia, Christian Schroeder, invita a guardare alla realtà con altri occhi.
"La cultura tradizionale della priorità alla presenza alla scrivania in ufficio o alla catena di montaggio è obsoleta e dannosa", ha spiegato, "perché chi ha meno tempo per sé finisce per non lavorare bene come potrebbe". L'obiettivo è dare in tal modo alle famiglie "possibilità attendibili, durevoli e adeguate ai loro bisogni di occuparsi dei figli e della loro educazione".
... e noi in Italia “Siamo pronti per il "bunga bunga"?




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