Ovvero l'evoluzione moderna del cittadino di Fiumicino

lunedì 11 ottobre 2010

Ammassa che neutrini... grazie ai lingotti romani

Chi l’avrebbe mai detto che gli antichi romani sarebbero stati reclutati nella ricerca ai neutrini?

Queste particelle tanto difficili da identificare, paragonabili a fantasmi che passeggiano attraversando i corpi dei passanti, per la quale fisici di tutto il mondo studiano da decenni, per essere “afferrati” hanno bisogno non solo della scienza ma a quanto pare anche della storia.


Infatti, centoventi lingotti di piombo purissimo recuperati da una nave romana affondata duemila anni fa’ sono stati scaricati nel ventre del Gran Sasso.  

Essi daranno il loro apporto alla ricerca dei neutrini, saranno utilizzati per "schermare" i delicati strumenti dei fisici, che lavorano al progetto di ricerca, senza essere disturbati da radiazioni estranee provenienti dall'ambiente o dal piombo.  
L’esperimento punta a scoprire un processo fisico molto raro, utile a capire la natura della materia a livello dell'infinitamente piccolo.

A differenza di quelli di oggi, i lingotti antichi, non sono radioattivi.
Infatti il metallo fuso degli antichi, ha perso quasi tutta la quantità di piombo, che è la componente radioattiva e che si dimezza in un periodo di 22 anni.
Il fatto che fossero conservati sotto il mare li ha ulteriormente protetti, schermandoli anche dai raggi cosmici. Questo metallo, fuso e modellato, era usato dagli antichi romani in edilizia o per gli ornamenti. 
La distribuzione capillare di acqua negli edifici romani avveniva tramite condutture in piombo, legno o argilla. L’ampia diffusione delle tubature di piombo contribuì sensibilmente al saturnismo, una forma di avvelenamento che porta alla morte lentamente se non curato, di cui soffriva gran parte dell’aristocrazia romana, giacché la maggior parte delle condutture private appartenevano alla classe dirigente.  
Quanto le fistulae plumbeae fossero responsabili di questa malattia dipende dal grado di durezza dell’acqua: in presenza di acqua più dura, diminuiva il rischio di una contaminazione da piombo, perché nelle condutture si formava assai rapidamente uno strato di calcare isolante.

Una cosa è certa il materiale ereditato, inconsapevolmente dagli antichi romani sarà essenziale per proteggere l'esperimento dalla radioattività naturale e che il capitano della nave non avrebbe mai immaginato che il suo piombo sarebbe stato utilizzato duemila anni dopo per qualcosa che ha che fare con l'universo e le stelle.






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