Ovvero l'evoluzione moderna del cittadino di Fiumicino

lunedì 20 settembre 2010

Acconciare... in mancanza di materia prima

La storia dei rimedi per la caduta dei capelli inizia da quando l'essere umano si accorse che senza quei peli, lunghi o corti, nero o biondi, ricci o lisci, non appariva più lo stesso.  I capelli sembrano essere una parte fondamentale dell'essenza stessa della bellezza, ed hanno un forte legame con la virilità (negli uomini) o con la sensualità (nelle donne).

I nostri rudi progenitori, uomini d’armi e d’intelletto, sempre pronti a diffamare come effeminate le ricercatezze dei Greci, si dedicarono ai piaceri della cura del corpo. Persino illustri protagonisti della storia di Roma si crucciarono per gli irrisolvibili problemi antiestetici. Secondo il pettegolo Svetonio, il grande Giulio Cesare "non riuscì mai a consolarsi di essere calvo" e per nascondere quello che considerava un terribile difetto si pettinava portando in avanti i pochi capelli superstiti, mai rinunciando alla corona d’alloro sul capo.
L’accessorio, che spesso troviamo nei suoi ritratti, era infatti quanto mai prezioso per mimetizzare l’insopportabile "pelata".

Quando ormai la testa appare pelata, coperta solo da una rada peluria, molti ricorrono al nerofumo per colorare la pelle della testa e dare, da lontano, l'impressione di una capigliatura scura.
Quando la calvizie, non lascia più traccia di capelli, gli antichi progenitori, ricorrevano a parrucche, parrucchini , già esistenti con varie colorazioni.
Meno attento al suo aspetto fisico fu l’equilibrato Augusto. Dal barbiere l’Imperatore, per non perder troppo tempo, si faceva tagliare i capelli da più persone contemporaneamente e persino mentre lo radevano continuava a leggere a scrivere. Un’altra illustre vittima della calvizie fu Domiziano (81-96 d.C.). L’Imperatore "era a tal punto addolorato di essere calvo – tramanda l’informatissimo Svetonio – da considerare un’offesa personale che questo difetto venisse rinfacciato a qualcuno, fosse pure per scherzo o per qualche disputa".
Ma qualcuno fu afflitto anche dalle pene di una chioma ingovernabile. Come il chiacchierato Nerone (54-68 d.C.) che, secondo le malelingue dell’epoca, portava sempre i capelli mal tagliati "a scaletta". Il principe, passato alla storia per le sue stravaganze, indispettito, decise un bel giorno di lasciarli crescere lunghi sulla nuca, alla maniera dei ragazzi e di coloro che avevano subito un lutto. E come spesso accade, l’atto inusitato divenne in seguito una moda un po’ snob, diffusa tra i giovanotti abbandonati ai lussi e ai piaceri. Se i capelli degli uomini dovevano essere sani e robusti, lo stesso non valeva per i peli del corpo. I nostri antenati, pare con la scusa dell’igiene, si sottoponevano alla depilazione, effettuata per lo più nelle terme con le stesse cerette che tormentavano la pelle delle donne. Una pratica considerata da effeminati, non meno dell’arricciarsi i capelli con il ferro caldo, che tra le sue fila contò tuttavia molti fautori.

Fonte tratta dal Libro "Vita quotidiana nell'Antica Roma di Karl-Wilhelm Weeber
Fonte tratta dal Libro "Una giornata nell'antica Roma. Vita quotidiana, segreti e curiosità" di Alberto Angela

2 commenti:

  1. Come sempre nei tuoi lavori, anche quando toccano temi all'apparenza frivoli, si nota con quale accuratezza confezioni i tuoi articoli. BRAVA!!!

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  2. Un articolo intrigante, interessante ...
    Compliments!

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