Ovvero l'evoluzione moderna del cittadino di Fiumicino

venerdì 26 novembre 2010

Il cavaliere... il Ministro dei piaceri

Riporto l'articolo pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 03 novembre 2010 nella pagina 45 nella sezione Commenti con la firma di Maurizio Bettini.
Leggendo il testo ci si può accorgere quanto sia condivisa da altri, la provocazione del mio blog e che il "modus vivendi quotidiano" rappresenti l'evoluzione o il regresso del cittadino moderno.


Si racconta che nell' anno 27 dopo Cristo l'imperatore Tiberio, sempre più stanco della vita romana, decise di trasferirsi a Capri, dove possedeva non una, ma dodici ville. Probabilmente fu un periodo piacevole per l'imperatore, che nell' isola poté dedicarsi liberamente alle proprie passioni, ma assai difficile per la res publica, della quale Tiberio si disinteressava. Come sempre accade in questi casi, fu il meccanismo delle nomine a risentirne per primo.
L'imperatore infatti non procedé più a nessun mutamento fra i governatori delle province, e arrivò al punto di lasciare Spagna e Siria senza legati consolari: con grave danno per l'amministrazione e la prosperità dell' impero. Naturalmente, come sempre accade in questi casi, se mancarono nomine qualificate ve ne furono però altre decisamente frivole dettate da motivazioni personali. Fu questo il caso di uno sconosciuto che, improvvisamente, si vide candidato alla questura solo perché Tiberio aveva trovato in lui un simpatico commensale. Mentre al cavaliere Tito Cesonio Prisco venne assegnata una carica decisamente inaudita, almeno fino ad allora: quella di ministro dei piaceri, titolare dell' officium a voluptatibus.
Ma in che cosa consistevano mai questi "piaceri" di Tiberio, se avevano bisogno addirittura di un ministro?
Svetonio, biografo indiscreto, ne dà conto abbastanza dettagliatamente.
All'epoca Tiberio aveva già una settantina d'anni e dunque, come Svetonio si premura di sottolineare, aveva bisogno di esperienze che "eccitassero le sue declinanti libidini". Doveva esser questo il motivo per cui andava a cena da un certo Sestio Gallo, un vecchio che lui stesso aveva rimproverato in senato per i suoi vizi - salvo pregarlo, separatamente, di non rinunziare a nessuna delle sue cattive abitudini e di far servire la cena da ragazze nude.
Nel secessus Caprensis, comunque, la fantasia erotica del vecchio imperatore si era sbizzarrita. Tanto per cominciare aveva fatto costruire dei sellaria, sorta di erotici separé, forniti di sedili la cui forma favoriva specifiche forme di piacere.   
In questi sellaria Tiberio raccoglieva "compagnie" di ragazze e di "transessuali", professionisti del sesso, che sotto i suoi occhi si esibivano in spericolate figure erotiche, dette spintriae: un genere di rapporti a tal punto complicati, e verosimilmente acrobatici, che ancora oggi si discute sulla loro effettiva natura (pur se il loro nome, dal greco sfinktér, lascia pochi dubbi sul principale focus della faccenda).
Come se non bastasse, nelle innumerevoli camere delle sue ville Tiberio aveva fatto distribuire i libri di Elefantide, autrice di un manuale erotico che godette di larga fortuna nel mondo antico.
Non che l' imperatore si fosse dedicato all'apostolato sessuale, si trattava solo di maniacale pignoleria: come spiega ancora Svetonio, lo aveva fatto "perché nessuno, al momento di prestare la propria opera, fallisse nello schema che gli veniva ordinato di assumere".
Ciò detto, qualcuno potrebbe giungere alla singolare conclusione che la vita italiana contemporanea si ispira alle biografie di Svetonio. L'impero romano è caduto, gli è subentrata la società cristiana, in tutte le sue forme, poi questa si è a sua volta laicizzata mentre oggi, sembrerebbe, la religione torna a farsi viva.
Ma il nostro Paese è sempre fermo alle biografie di Svetonio.
La ragione di ciò è piuttosto oscura.
Daremo forse la colpa all'eccesso di educazione umanistica che caratterizza la nostra scuola?
Insomma, in Italia si studia sempre troppo latino?
Difficile credere che si tratti di questo, altrimenti si vedrebbero in giro anche tanti pii Enea e altrettanti Cincinnati che, deposta la dittatura, tornano ad arare il campo.
Cosa che non pare frequente. Si tratta allora di una manifestazione dell'eterno ritorno?
Spiegazione banale. Urgono altre risposte.
Nel frattempo non esitiamo a confessare che, se leggere le biografie di Svetonio può essere interessante, a tratti perfino divertente, viverci dentro comincia a diventare spiacevole.

Che ne pensate? Aspetto le vostre considerazioni.


1 commento:

  1. berlusconi ne ha 74, ha mezza sardegna direi che ci siamo

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