Il rapporto era successorio, consacrato dalla pratica e dalla legge.
Tra patrono e cliente esisteva un legame così forte che erano esentati dal testimoniare l'uno contro l'altro.
L'esibizione di numerosi clienti da parte del patrono costituiva una fonte di prestigio e di potere di primaria importanza.
Ai tempi di Traiano l'uso del clientelismo era talmente diffuso che si era stabilita per ogni famiglia signorile una tariffa, la sportularia, corrispondente a sei sesterzi per persona.
Spesso la sportula era una risorsa per sopravvivere: avvocati senza cause, medici senza pazienti, insegnanti senza alunni, artisti senza commissioni si presentavano alla porta del patronu per la sopravvivenza quotidiana.
Vere e proprie schiere di clienti sciamavano di buon mattino per le vie di Roma per fare atto di presenza a casa del patrono. La salutatio si svolgeva tra la prima e la seconda ora del giorno, poco dopo il sorgere del sole.
Studi fatti dalla dottoressa Anna Maria Liberati, archeologa della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, direttrice del Museo della Civiltà Romana, ed Enrico Silverio, avvocato specializzato in diritto romano e scienze forensi, nel suo libro "I Servizi segreti in Roma Antica" edito da L'Erma di Bretschneider, si può parlare di servizi segreti fin da epoche remote.
Uno degli episodi più antichi, narrato dallo storico Livio, è quello che vede i senatori dei primi anni della repubblica utilizzare i propri clientes per impedire le riunioni della plebe e cercare di evitare la celebrazione di processi rivoluzionari.
Durante il periodo d'oro dell'Impero, furono creati veri e propri apparati di 'intelligence' assegnati ai pretoriani, al quale spettava anche il servizio d’informazione svolto attraverso l’imponente ricorso alla denuncia giudiziaria.
I soldati scelti alla guardia del corpo dell’Imperatore erano persone legate al principe da rapporti di fiducia ed a cui venivano per questo affidati incarichi particolari. L'intervento dei servizi fu decisivo in numerosi episodi della storia romana, anche quando esso si concretizzò nella semplice attività di diffusione delle informazioni.
Tra gli episodi storicamente più ricordati c'è quello dell'eliminazione di Caligola, e certamente tra i più significativi, quello del centurione frumentario M. Aquilio Felice, "noto assassino di senatori" e "noto assassino di comandanti" inviato dal Didio Giuliano a cercare di uccidere Settimio Severo.
Gli apparati di sicurezza interni e militari dell'antica Roma, rappresentano una tradizione consolidata che fa della centralità delle informazioni e dell'importanza delle comunicazioni un elemento necessario nella formazione degli stati modernamente intesi.
(Repubblica 29 ottobre 2010)
Pretoriani Romani |
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